Cinema di Elio Petri, Il

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Elio Petri è tra i più importanti registi italiani. La sua notorietà in campo internazionale è legata al successo di A ciascuno il suo (1967), ma soprattutto a Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (Oscar 1971 per il Miglior film straniero) e La classe operaia va in Paradiso (Palma d’oro al Festival di Cannes 1972). Benché lo si sia sempre associato quasi esclusivamente al cinema di impegno politico e civile, la sua posizione in questo ambito – e anche nella cultura di sinistra dell’epoca – è sempre stata piuttosto anomala. Tra l’altro, è soprattutto nell’ultima fase del suo lavoro, tra il 1973 e il 1982, anno della sua morte prematura a 53 anni, che il regista mette costantemente in gioco, film dopo film, una personale visione del mondo, ponendo il proprio linguaggio fuori da qualsiasi appartenenza a stilemi narrativi realistici. Il suo rimane certamente un cinema politico, ma ad un livello diverso, ben più alto e dialettico. Il libro, che contiene anche due racconti brevi di Petri, dà conto dell’itinerario artistico di quest’uomo affascinante e complesso, ateo, comunista, materialista, di cultura francese, sartriano, nel tentativo di mettere a fuoco il suo cinema per quello che davvero è, ossia una ricerca nevroticamente tesa alla sperimentazione di nuove strutture narrative, dominata da un pensiero allucinato, da un linguaggio violento, iroso, febbrile come quello di Céline e, insieme, anarchico come quello di Bataille e Sade, in un’ottica grottesca e carnascialesca che rimanda anche a Bosch e Rabelais.

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