Splendor – Storia (inconsueta) del cinema italiano

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La storia del nostro cinema, dagli esordi dei primi del Novecento a oggi, fra genio, mestiere e improvvisazione. Una storia che mescola capolavori e pellicole di cassetta, luci e zone d’ombra, fatti e leggende metropolitane, per chiunque ami il cinema e basta.

Lo sapevate che Michelangelo Antonioni, il regista intellettuale per eccellenza, si presta a girare gli interni del mitologico Nel segno di Roma con Anita Ekberg, che Sergio Leone non ancora famoso dirige Il colosso di Rodi e Gli ultimi giorni di Pompei e che Carlo Lizzani ha girato un western con Pasolini attore? Oppure che il futuro premio Oscar Carlo Rambaldi muove i primi passi costruendo una rudimentale idra a quattro teste per Maciste contro i mostri ma il camioncino che la trasporta si ferma per un guasto a Roma sulla via Tuscolana tra l’ilarità dei passanti?
Steve Della Casa racconta il cinema italiano da un punto di vista inedito: quello di chi il cinema l’ha fatto e di chi l’ha guardato. È una storia non lineare, inconsueta, raccontata il più possibile dai protagonisti, che mescola il cinema alto con quello commerciale, le punte di creazione artistica con gli espedienti più astuti e più divertenti. Perché il cinema italiano, secondo solo a Hollywood per film prodotti, ha una caratteristica: non è mai stato un’industria nel senso compiuto e letterale del termine, ma un vero e proprio turbinio di creatività, di artigianato e di arte di arrangiarsi. Non manca nessuno all’appello: dal D’Annunzio di Cabiria alla stagione del cinema di regime, dal neorealismo alla commedia all’italiana, dai film mitologici agli spaghetti western, fino a Benigni, fino a oggi.

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